Lunedì 30 settembre mi è scaduto il contratto di lavoro a tempo determinato di 3+3 mesi. In realtà ero convinto che me lo avrebbero prorogato ancora di alcuni mesi, giusto il tempo di finire un progetto del quale me ne stavo occupando al 100% solo io. Siccome tre mesi prima il contratto mi era stato prorogato senza nemmeno chiedermi il consenso, credevo che anche questa volta avrebbero fatto lo stesso. Ma tutto ciò merita un articolo a parte. A partire dal 1 di ottobre speravo comunque di respirare un po’: negli ultimi 6 mesi avevo fatto solo 4 giorni di ferie a ferragosto ed ero letteralmente affaticato. Ottobre dunque non è partito bene. I fatti che vi racconto sono accaduti tra il 3 ed il 7.
Il 3 di ottobre è l’anniversario della morte di mio padre. Brutto periodo di default. Quel giorno faccio la spesa e non mi va la carta. Quando comincio a vedere “carta rifiutata” o cose del genere sul bancomat, mi viene un principio di infarto. Non avevo contanti da pagare la spesa quella sera. Sono anni che vado nel market sotto casa quasi ogni altro giorni e che pago con la carta. Questo problema non l’avevo mai avuto.
Il quartiere è piccolo e nel market lavora gente (purtroppo) che vive nel quartiere. Sento che tirano brutte arie. La commessa prova contact-less , con inserimento senza e con pin. Ma niente da fare! Carta non riconosciuta, carta rifiutata, transazione negata... Cavolo mi hanno bloccato il conto ho pensato! E niente mi tocca lasciare la spesa. A casa controllo in internet e non mi viene segnalato nessun problema: i soldi ci sono. Provo anche a fare una transazione e funziona tutto regolarmente. Vabbe! Penso è il 3 di ottobre è morto pure San Francesco quella volta. Sto periodo mi capitano sempre ste cose!
Al mattino del 4 mi godevo il riposo riparando la bici in garage, quando mi si presenta davanti una del condominio e mi chiede a bruciapelo:
- “Tu vivi qui dentro in garage vero?”.
Io rimango allibito dalla domanda. Le rispondo:
- “Cosa?”.
E lei mi risponde grosso modo:
- “ vi sono delle persone che mi dicono che tu vivi in garage. Io abito qui ed ho il diritto di sapere se vivi qui in garage.”
La vedova era alquanto convinta di avere il diritto di rivolgermi una domanda del genere. Io non avevo mai sentito una cosa del genere pur avendone sentite tante per cui rimasi di merda con una espressione sicuramente da incorniciare!
Chiesi alla Signora chi erano queste persone che raccontavano una cosa del genere. Mi rispose che non si dicono mai i nomi delle persone. A mente serena pensai se poteva essere vero che esistevano tali persone, o fosse solo un modo di dire...
Ebbi un attimo di pensamento: risposi alla vedova indicando contemporaneamente con la mano la stanza del garage una cosa del tipo:
-“Lei sta vedendo questo garage. Ebbene lei pensa veramente che io potrei abitare qui? E in che modo?”.
La signora poteva vedere benissimo tutto il garage perché erano pochi metri quadrati, senza pareti divisorie ed eravamo giusto all’entrata. Dunque poteva benissimo vedere che non vi erano letti o divani o materassi e nemmeno un bagno.
Dunque rispose: - “ magari mette una tenda”.
Ora pensai tra di me: ma come è possibile che questa signora mi chieda queste cose. Che senso ha che io viva in garage che abito qui ancora prima di lei? Io per lavoro sono abituato a fare ipotesi e a provarle ma nella vita comune sono sempre preso alla sprovvista da ciò che può partorire la mente umana.
Mentre pensavo a questa cosa mi chiese del perché avevo messo quel biglietto sulla cassetta della posta. In effetti avevo scritto un biglietto che ero partito. L'avevo fatto per non essere disturbato dai parenti che erano venuti in luglio: e non volevo nemmeno che i miei parenti andassero a disturbare gli altri condomini. Dunque avevo scritto quel biglietto.
Alla vedova però non avevo voglia di raccontare la storia dei parenti per evitare che si impicciasse delle mie cose personali. Le dissi un’altra cosa:
-”Giuseppe apre a tutti senza sapere chi siano. Volevo evitare che aprisse a gente che non volevo vedere e per questo ho messo il cartello”.
Allora la signora andò via non pienamente convinta.
Visto le cose assurde che mi sono purtroppo già capitate non è difficile ipotizzare che la signora pensò che stavo vivendo in garage fingendo che ero partito per nascondermi alle forze dell’ordine.
La storia della tenda era nata probabilmente dal fatto che in garage mi mettevo spesso a lavorare in remoto con il computer, e tiravo una piccola tenda di tessuto di modo da non essere sotto lo sguardo di tutti quelli che passavano per la strada... Dunque ipotizzo che qualche chiacchiera che mi vedevano dietro una tenda in garage divenne una cosa del tipo “che vivevo in una tenda in garage”.
Il giorno 7 andai a fare la spesa in un altro market. Avevo un altro bancomat e alla cassa mi successe di nuovo la trafila “carta bloccata”, “Transazione negata...”. Dunque cominciai a pensare che vi era qualcosa che non andava. Eppure dopo del fatto del 3 avevo usato tutte e due le carte in vari posti senza nessun problema: altri market , e così via. In più questa volta era l’altra carta di riserva e non funzionava più nemmeno questa. Lasciai di nuovo la spesa. La cassiera non mi era simpatica perché faceva parte di quelle di “paesetto”. Andai subito su un market vicino e non ebbi nessun problema con la carta tanto che tenni la ricevuta di pagamento come prova. Mi calmai perché la cosa mi stava agitando parecchi
Quando arrivai a casa mi accorsi che avevo della merce non pagata del valore di circa 5 euro dentro lo zaino: nell’agitazione mi ero dimenticato di lasciare la merce non pagata che avevo già messo nello zaino come avevo fatto per quella inserita nella busta della spesa. Non me ne ero accorto io e probabilmente nemmeno la commessa di questa gaffe. Vi erano anche circa 3 persone in fila alla cassa. Io me ne andai via senza rendermi conto di aver tenuto della merce nello zaino e nessuno me lo fece notare!
Dunque tornai al market con un testimone e spiegai la situazione spiegando anche che la carta che non andava da loro era andata senza problemi nel supermercato vicino.
La nuova cassiera disse che quella cassa lì ha spesso problemi di questo tipo. Ma perché l’altra cassiera, che non era una novizia, non mi disse questa cosa? E’ da più di un anno che lavora lì e lo dovrebbe sapere.
Comunque pagai con la carta e mi feci addebitare anche i prodotti che mi ero portato inavvertitamente a casa , i quali gli avevo portati apposta indietro non conoscendone il prezzo.
Dunque scoprii che quella cassa non andava bene e/o che la cassiera del mattino non la sapeva usare bene. Estesi il concetto al fatto accaduto il 3 nell’altro supermercato. Cominciai a pensare che anche quella cassiera non sapeva usare la cassa correttamente.
Possibile che due carte diverse abbiano dato lo stesso problema a distanza di pochi giorni quando non avevano mai dato problemi e solo con quelle due cassiere ma non con altre del supermercato?
Opmerkingen