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  • Immagine del redattoreMatthew Pasini

Carta Identità e legge ingiusta

Aggiornamento: 12 apr 2020


La carta di identità nasconde molte insidie

Un documento di identità dovrebbe essere rilasciato anche senza residenza. Ma

il rilascio di una carta di identità, o di un passaporto o della patente, richiede una residenza, e non tutti (o non sempre si ha una residenza).

Seppur senza residenza si continua a vivere e ad avere doveri ma in genere si rimane senza diritti e si finisce per essere esclusi socialmente o ad affidarsi alla criminalità.


Ho incontrato molte persone italiane senza una residenza e come conseguenza successiva senza un documento valido. Io stesso sono stato vittima di una serie di lacci burocratici che mi hanno impedito di vivere, lavorare e curarmi la salute. A danno, alla fine, mio e dello stato stesso.

Propongo dunque una variazione della legge sul rilascio dei documenti di identità, perché in determinati casi questa legge è ingiusta e contraria ai diritti umani fondamentali. Per me è stata una vera e propria tortura.

Ho sperimentato sulla mia pelle delle leggi senza senso sul rilascio dei documenti di identità, sulla tessera sanitaria e sul medico di famiglia! Delle leggi che si sono trasformate nei miei confronti in veri strumenti di tortura. Sono illogiche e ingiuste e creano danni morali e patrimoniali.

Credo che finché non ci si trovi a sperimentare direttamente certe problematiche non si abbia idea di quanto stupida e insensata sia la legge italiana e come tale legge alla fine possa essere usata contro delle persone per rovinarli la vita e tenerle sotto scacco per tempo indefinito. Come è stato per il mio caso. In ultima perde anche la giustizia italiana e l’economia.


Vi invito a leggere perché un giorno potrebbe accadere anche a voi.


Quando si compra una scheda SIM del telefono o si deve fare un qualsiasi contratto di affitto, di lavoro… vi è bisogno di un documento di identità. Inoltre senza un documento di identità, se vi fanno un controllo per strada, potrebbero portarvi in caserma per identificarvi. I documenti di identità sono la carta di identità, il passaporto e la patente. Senza di essi non potete fare nulla o quasi.


Sono nato in provincia di Vicenza, Nel 2001 e nel 2003 ho cambiato residenza due volte per tutelarmi da uno “Stalker” e sono andato a vivere in provincia di Padova. Poi però sono accaduti fatti ancora più gravi che mi hanno costretto ad abbandonare il Veneto insieme con mia moglie. Per diversi anni sono sopravvissuto con lavori provvisori e/o in nero. Per tutelarmi o per opportunità di lavoro mi sono spostato un po’ in Umbria, un po’ in Abruzzo, Toscana, Marche…

Ad un certo punto però io e mia moglie siamo finiti letteralmente in strada in un comune che chiamo con il soprannome di Sammartino* . In Veneto non potevamo tornare perché rischiavamo la pelle e comunque non avevamo più nulla laggiù.


Nel 2014 ci scadevano gli ultimi documenti che avevamo ancora validi: i passaporti: Ma erano ormai 4 anni che vivevamo dormendo su scantinati e/o rifugi di fortuna nel territorio di Sammartino*, e vi assicuro che quando si tocca il fondo è difficile rialzarsi da soli. Ci eravamo rivolti ai carabinieri, ai servizi sociali, al difensore civico, al sindaco, e a varie associazioni senza che nessuno intervenisse… E dunque continuavamo a sopravvivere: niente Caritas, niente centri di accoglienza perché eravamo stati esclusi anche da quelli.


Ma dopo quattro anni di vita “open Air”, nel 2014 ci scadevano i passaporti e ci siamo trovati con un nuovo grosso problema davanti. Recateci negli uffici comunali di Sammartino*: l’impiegato molto gentile ha chiesto al nostro comune di Baone (PD) il nullaosta per farci una carta di identità nuova. Ma con grande nostra sorpresa Baone non diede il nullaosta, e scoprimmo pure che ci era stata tolta la residenza a far data dal 5 agosto 2010: dunque non ci avrebbero rilasciato un nuovo documento nemmeno se ci saremmo presentati di persona!


Non rassicuratevi, non capita solo a chi rimane in strada, perché succede anche in molti altri casi. Vi sono molti appartamenti ove non si possa mettere residenza e in genere nelle case di accoglienza non si può mettere residenza, o vi sono luoghi ove l’ASL non concede la residenza, o casi in cui si vive stagionalmente in varie parti inseguendo i luoghi dove si trova un lavoro…. e dove non si può metter residenza.


Intanto io peggioravo di salute e avevo bisogno di un medico, ma non avevo nemmeno la tessera sanitaria. E qui ci troviamo davanti alle furbate del mondo della legge e burocrazia: senza residenza niente tessera sanitaria . La prassi è che si parte da un documento e dal documento poi si fanno tutte le pratiche. E non illudetevi, il medico ve lo sognate!


Nel 2014 mi rubarono anche il borsello con dentro i documenti, che sebbene erano scaduti servivano lo stesso perché potevano essere comunque validi per l’identificazione. Facevo denuncia presso i carabinieri. Così da Agosto 2014 non solo non avrò con me più nessun documento valido , ma nemmeno un documento in originale (seppur scaduto) .

Nel 2014 accadde che incontrai una persona che mi accolse in casa. Ma la casa era un appartamento adibito a emergenza abitativa che era stato dato a tal famiglia, come ospite avrei POTUTO STARE AL MASSIMO 2 MESI. Chiesi al Comune, che qui chiamo con il soprannome di Concanesia*, di farmi la residenza, ma il Comune me la rifiutò. Me la rifiuta pur spiegando in dettaglio il mio caso e pur chiedendo di farmi la gentilezza almeno per il solo fine di rifarmi la Carta d’identità che ho poi bisogno per la tessera sanitaria e per curarmi: era evidente ad occhio nudo che dovevo curarmi la salute.


All’ennesimo rifiuto chiedo un aiuto ai carabinieri di Concanesia*: mi dicono di andare dai vigili. Un vigile mi rimanda dal prete per farmi fare la residenza nella casa del prete trovandola come una soluzione alternativa che si era già attivata per altri perlopiù stranieri. Ancora una volta la responsabile dell’ufficio anagrafe impedisce la pratica perché dice che sono state già fatte troppe residenze nella casa del prete. Chiedo allora l’applicazione di una legge che permette di fare la residenza nel comune dove si dimora ma anche questa via viene bloccata dal Comune che dice che anche se altri comuni le fanno, loro queste porcherie di procedure loro non le fanno!


La soluzione sarebbe stata di trovare una stanza dove poter mettere residenza almeno il tempo di ottenere una nuova carta di identità. Ma i soldi per pagare una stanza in più non ci sono. Ovvio che se uno dispone di denaro può trovare delle soluzioni, ma quando il denaro è poco, anche le leggi si mettono di traverso e ti costringono a stare in una situazione paradossale di stallo. Bloccandoti la vita e alla fine generando maggiori costi sociali.


Mia moglie Giovanna prova un’altra strada, in Umbria, e al commissariato le danno una possibile soluzione: ti fai ospitare dalla casa di accoglienza il tempo che noi facciamo le pratiche per il rilascio del passaporto. Tra l’altro la polizia aveva già controllato e non aveva trovato nessun problema per il rilascio del nuovo passaporto. Ma la casa di accoglienza non acconsente!


Dunque Giovanna scopre che alla fine sembra che l’unico posto dove possano fare la carta d’identità è il Comune di nascita in Veneto.

Seguono delle comunicazioni da parte di Giovanna al Comune che inizialmente nemmeno risponde. Poi Giovanna scrive in prefettura e finalmente il Comune, sollecitato dalla Prefettura risponde. Ma risponde in maniera negativa e sostanzialmente di doversi fare la pratica di residenza e la carta di identità dove abitualmente dimora: cioè a Concanesia*, ovvero dove non fanno questo tipo di pratiche!


Qualcuno sostiene che sarebbe da denunciare sia il sindaco del comune veneto sia il comune di Concanesia*. Ma le denunce, per esperienza, non servono a nulla perché tanto sta gente ha il culo coperto.


Tra una comunicazione e l’altra passano mesi e mesi i cui tutti e due siamo letteralmente bloccati. Siamo nel 2017. Niente documenti di identità, niente tessere sanitarie, niente medico. Le conseguenze sono disastrose perché ovviamente a questo corrisponde anche niente contratti di lavoro e niente di niente. Puoi lavorare solo in nero e con accordi con la criminalità, che ovviamente prospera anche grazie a queste leggi dello Stato.


Ci avevano dato la morte civile con la scusa di leggi e regolamenti e burocrazia. Tutto questo è pienamente documentabile e tracciabile da prove scritte.


Solo finalmente nel 2018 dopo parecchi anni siamo tornati a vivere “civilmente” riuscendo ad ottenere un nuovo documento di identità e con questo siamo riusciti ad ottenere un medico condotto. Ovviamente però uno è diventato un’ammasso di magagne senza che per la legge sia colpa di nessuno. Non mi dilungo troppo, in fondo trovate dei link e dei riferimenti per approfondire la storia. Faccio delle considerazioni finali:


La nostra storia insegna alcune cose importanti:

Non è vero che si ha diritto al medico e alle visite mediche. Se non hai la tessera sanitaria ti accettano solo al pronto soccorso e solo per situazioni particolari!

Se non hai un documento valido è come se non esistessi più. E se perdi la casa o un posto dove avere residenza ti puoi trovare in situazione paradossali: non hai più diritti: non puoi comprarti una scheda sim, non puoi fare un contratto di lavoro, non puoi fare un contratto di affitto, non puoi iscriverti alle graduatorie per la casa popolare, non puoi fare una denuncia querela, non puoi farti una tessera della biblioteca, non puoi farti una casella di posta, non puoi andare a dormire in albergo. Si perché se anche qualcuno ci avesse offerto una notte in un albergo da passare diversamente da fuori, non avremmo potuto!


Non puoi nemmeno ricevere soldi via vaglia: provato e respinto perché volevano sia il documento sia la tessera sanitaria!


Non è giusto che per avere un documento di riconoscimento sia necessario avere una residenza, perché dal momento che si è vivi e si esiste si ha diritto ad un documento. Al giorno d’oggi le persone girano e continuano ad esistere come individui indipendentemente dal luogo di residenza.


Questo fatto di legge malsana è stato usato per mantenerci in uno stato di larva civile di modo che non avessimo la possibilità di riemergere, e perché dovevamo morire a tutti i costi!


Matthew.


Per approfondire la storia umana consiglio “A17-sopravvissuti”, un documento in pdf. Per capire tutte le traversie giuridiche seguire il sito http://supper.altervista.org

Per un indice di tutti i contenuti pubblici sulla vicenda e su eventi correlati http://supper.altervista.org/a17box.html



Io che mi fascio i piedi in un bagno pubblico durante il periodo senza casa e senza documenti validi.

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