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Immagine del redattoreMatthew Pasini

Sulle tracce di San Valentino

Aggiornamento: 12 apr 2020

Nel 2007 andai a visitare la Basilica di San Valentino ma non vi trovai nulla di particolare: non vi era nulla in quel luogo che facesse sentire la sua presenza spirituale . Mi chiesi parecchie volte del perché San Valentino era il santo degli innamorati e perché in quel luogo non si percepiva nulla di spirituale.


Feci un sogno e vidi una grande Chiesa, una parte di questa chiesa era sul piano ma continuava poi su una parte rialzata. Da sveglio associai il sogno alla zona bassa di Terni, mentre la zona alta era quella della valle reatina da dove scende la cascata delle Marmore.


Dovevo cercare là e non nella basilica! La grande chiesa che avevo visto non era una costruzione… In effetti tutta la zona, compreso il lago di Piediluco è una zona molto particolare, il nome Piediluco stesso significa “ai piedi del bosco sacro”. E leggo che un tempo tutta la valle era coperta da acque e poi che gli antichi romani tagliarono la roccia creando la cascate delle Marmore e bonificarono l’intera zona. Anche San Francesco passò un periodo in queste zone molto belle, e ancora oggi il Lago di Piediluco e tutta la zona ha molto di mistico. E San Valentino, quel santo associato agli innamorati, sembra proprio provenire da questa zona. Mi venne il dubbio che San Valentino fosse un santo molto più importante di quanto veniva normalmente riconosciuto, che avesse cioè qualche dote particolar non ben propagandata e un po’ nascosta.

Alcune cose mi fecero pensare ed intuire qualcosa di più grande. Lì vicino al lago di Piediluco vi è un santuario della Madonna della luce, e in centro a Terni vi è un obelisco denominato “Lancia di Luce”, opera realizzata da Arnaldo Pomodoro. Pensai al simbolismo e al fatto che i romani avevano bucato la roccia delle Marmore facendo un canale da dove ha cominciato a scolare l’acqua del Velino e del lago di Piediluco (la Cascata delle Marmore è appunto una cascata artificiale). Mi faceva impressione che il lago in determinate stagioni assume un tenue colore rosso sangue.


Così come il centurione romano aveva trafitto il cuore di Gesù facendo sgorgare sangue ed acqua, così in questa zona tutto questo veniva e accadeva in maniera diversa, naturale e simbolica allo stesso tempo. Sempre un romano, sia per Gesù sia per la roccia di Terni. E questo santo, San Valentino non poteva essere nato che qui, in questa zona. Il santo degli innamorati era come una lancia che faceva sgorgare l’amore dal cuore degli innamorati.


In fondo a questo post trovate la poesia dedicata a San Valentino.


Mafia, Nazismo e Santi

Nel 2007, sempre mentre ero a Terni visitai la vicina Cascia e rimasi stupito che questo luogo era gemellato con San Luca, posto molto noto per essere stato considerato il centro della Ndrangheta.


Pensandoci bene non era poi così strano, perché anche Santa Rita si trovò in mezzo a faide tra famiglie e in un ambiente molto mafioso… tanto che non mi sembrava assai strano questo accostamento San Luca – Cascia. Tanto che poi per me fu sempre la Santa della mafia.


Notai che gli ndranghetisti erano molto attaccati anche a San Valentino: adesso non vi spiego il perché che è un po’ complicato (se a qualcuno interessa lascio dei link in bibliografia …).


Ma il senso generale era che oggi tutti i luoghi spirituali sono in qualche maniera tenuti sotto “sequestro”. Questo concetto lo ampliai successivamente quando studia il nazismo esoterico e i motivi che spingevano questa gente ad entrare in possesso di reliquie o qualsiasi cosa che fosse entrato in contatto con questi santi e come la stessa mafia fosse molto collegata a santi e iniziazioni mistiche.


Links Per chi è interessato lascio un po’ di links:

Un elenco del mio materiale pubblicato in internet lo trovate qui: http://supper.altervista.org/a17boxIT.html


Un mio articolo su San Valentino lo trovate qui: https://digilander.libero.it/memorie/estensi/sanvalentinoeste.htm


Su come alcuni aspetti di Santi e beati sono stati nascosti per volontà di determinate "famiglie" il link è http://erinnicase.altervista.org/


Sulla mafia e aspetti religiosi della mafia rimando al dossier in pdf "Arbre du Mal" https://app.box.com/s/ph0yeid0hoz6q7fjcrwkxhmqgaatvkh6



Piediluco

Mia Poesia dedicata a San Valentino

“La Lancia di Interamna”


In tempi antichi,i successori di una stirpe indo-persiana abitavano i territori e le valli più belle, vivevano nelle alture e nelle rocce antiche, quando ancora il mare copriva gran parte della terra e le pianure erano paludose.
Era una stirpe pacifica, saggia ed illuminata. Il regno della pace fu distrutto da popoli bellicosi e della civiltà di Salem fu cancellata ogni memoria. Tuttavia lo spirito non si estinse, ma continuò a vivere, in discendenze di sangue reale.
Il popolo umbro, che si dice anticamente sopravvissuto al diluvio, per affinità di passato, vide un grande sole in Assisi, proveniente sempre da quella stirpe. Ben poco si conosce su altro notevole discendente, denominato la Lancia di Interamna.
Si sa che anticamente, la canna utilizzata da Mosè per aprire una sorgente nel deserto si era trasformata in una lancia, nella mano del centurione romano, che aprì il cuore del Re.
A simbolo e rinforzo a tutto questo, altro romano aprì il cuore nella roccia di Marmore, e fece uscire l’imponente cascata di acque dal lago, ai piedi del bosco sacro.
Chi vuole dissetarsi alla fonte di acqua viva, dell’amore del Re, si rechi ad Interamna, e chi si avvicina alla lancia sarà effuso dell’amore che dal cuore del Re proviene.
Per questo la lancia, altro non è che San Valentino: egli effonde l’amore nel cuore degli innamorati e per questo le acque del lago sacro si tingono di rosso.
Ma una setta esoterica, affamata del sangue reale, rubò la lancia, per sottomettere l’intero creato. Tutta Interamna cadde in un incantesimo profondo e cominciò ad adorare il nulla. Cominciò a produrre strumenti di morte ed innalzò enormi idoli, diventando terra dei giganti dal cuore d’acciaio.
Quando il Re chiederà di farsi dipingere e offrirà l’ultima tavola di salvezza. Giungeranno allora da Oriente, due cavalieri dell’antica stirpe ed indicheranno elementi per risolvere il Rebus, per ritrovare la lancia rubata.
Allora Interamna Nahars, uscita dall’oblio, potrà ricostruire le sue mura e cingersi di gloria e i due cavalieri finalmente ritornare al proprio castello.

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