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  • Immagine del redattoreMatthew Pasini

IL PC di Autodifesa che fu sempre con me dentro lo zaino per 9 lunghi anni.

Aggiornamento: 12 apr 2020


Dal 2005 al 2014, io e Giovanna per salvarci la vita ci spostati spesso in giro per l'Italia, scappando da un luogo ad un altro, ma con sempre dentro lo zaino il nostro computer portatile. Il Notebook della Packard Bell ci è servito per scrivere le pagine web di "Autodifesa" (http://supper.altervista.org) e di molti altri siti, ci è servito per scrivere vari documenti depositati dai carabinieri, Polizia di Stato e Palazzi di Giustizia. Ci è servito per masterizzare i CD inviati agli stessi uffici.


Spostandoci tra gli zaini degli immigrati di ogni razza, abbiamo abitato a fianco degli immigrati in strutture per i poveri per un lungo periodo: il nostro zaino era un nuovo modello diverso da quello degli immigrati. Il nostro zaino era stato concepito dai "pubblici ministeri" , il nostro era pieno di dichiarazioni e documenti legali e immancabilmente il PC! Uno zaino pesante costituito da ingiustizie e un nuovo stile di vita che dobbiamo subire a causa di nomi importanti segnalati nelle prime dichiarazioni e esposti .


Lo zaino sempre presente divenne l'emblema della nostra condizione: una nuova figura tra le altre che si aggirava per le strutture dei poveri. L'onere che abbiamo portato era totalmente sulle nostre spalle: non potevamo lasciarlo o affidarci ai documenti in tribunale perché in quel posto erano facili da perdere.


Lo zaino del procuratore era pieno di paura e solitudine. Uno zaino che ha attirato molta attenzione tra le persone. Abbiamo sempre avuto uno zaino con noi. Lo abbiamo avuto a Natale, a Capodanno, sul treno, all'ospedale, al tribunale, al quartier generale della polizia e persino in spiaggia.


Quando siamo scappati da Marone, siamo fuggiti solo con il nostro zaino ed lasciato il bagaglio laggiù. Quando siamo scappati dall'Umbria ci siamo trasferiti con due zaini pieni di carte e un PC. Nel 2009 le forze di polizia ci hanno fermato sulla strada per un controllo, nell'occasione abbiamo estratto alcuni atti legali dallo zaino per spiegare la nostra condizione. Quando sono stato in ospedale 3 giorni, avevo lo zaino con il pc.


Nel 2007, quando vivevo a Terni in casa di accoglienza, lo tenevo sotto la testa per paura che lo rubassero e me lo portavo in bagno sempre e non lo lasciavo mai. Di giorno non potevo stare nei locali di accoglienza. La denuncia inviata alla Procura di Firenze, la scrissi a Piediluco dove avevo trovato una presa di corrente tra gli spalti adibiti per i giornalisti sportivi per le gare di canottaggio pensando al giudice Falcone al quale piaceva tale sport.



Quando vivemmo in strada da senzatetto per ben 4 anni, lo zaino ed il computer lo usavo come cuscino per dormire la notte. Di giorno lo usavo per scrivere in biblioteca o dentro il cesso del centro commerciale dove vi era una presa.




Nel 2014 Stavamo ancora andando con zaini che non erano fatti da Dolce & Gabbana o Gucci o Valentino, i nostri erano un modello esclusivo realizzato dai pubblici ministeri.


Anche il PC è diventato obsoleto negli anni dell'ingiustizia. Era un Packard Bell, forse quella campana qualcuno avrebbe dovuto ascoltarla.

http://supper.altervista.org

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