Carloforte è un paese in Sardegna ove vi è anche una sede della Marina Militare italiana. Una delle due sedi alle quali, tra il 2006 ed il 2009, io e Giovanna spedimmo degli incartamenti segnalando cosa ci stava accadendo e sollecitando un intervento a nostra tutela. L’altra sede della Marina Militare ove scrivemmo fu La Spezia.
Il titolo di questo scritto lo prendo invece da una ricetta famosa di Carloforte: il pasticcio, che ci sembra anche di un modo di interpretare la vicenda così come è andata.
In realtà il primo invio di documentazione ci parve dare un aiuto positivo alla nostra vicenda, per un fatto che ci è accaduto e che spiego:
Aspettavamo delle risposte dalla Procura della Repubblica di Perugia che mai arrivava e dopo aver inviato una letterina in Sardegna, prontamente ci venne spedito un fax dal magistrato di Perugia (che doveva inviarci da parecchio tempo). Questo fu un esempio tangibile di un aiuto invisibile.
Ma le cose non continuarono ad andare bene, probabilmente qualcuno aveva capito da dove ci era arrivato l’aiuto e riuscì a bloccarlo. Quello che temiamo è che in seguito invece si siano usati dei nostri documenti, tolti o rimpolpati di qualche pagina, per fare qualcosa di nocivo a noi o ad altri. Questo evento determinò la fine delle comunicazioni con la Marina Militare, sia quella di Carloforte sia quella di La Spezia. La penultima lettera spedita in tutti e due i lochi, oltre che alla Procura di Firenze fu questa che riportiamo in corsivo:
Data:12 Febbraio 2008
Si rende noto che i fatti riguardanti la sottrazione dei documenti[1] all’interno la Procura della Repubblica di Roma, con relativo evolversi delle indagini presso la Procura di Napoli, Perugia, Genova e Firenze sono stati resi noti nel 2005 alla Procura Militare di Roma e a partire dal 2006 alla Marina Militare di La Spezia e al Comando Marina Militare autonomo di Sardegna. Nel tempo tali “enti” militari sono stati costantemente aggiornati sull’evolversi della vicenda attraverso l’invio di lettere, CD multimediali e posta elettronica, fino ai fatti più recenti. Nel 2006 venimmo anche in contatto telefonico con la Marina Militare di Sardegna che ci consigliò di interessare la carta stampata e la TV.
Il motivo che ci ha portato a informare i militari è stata l’impossibilità, da parte nostra, di ottenere giustizia tramite i normali organi preposti, visto che non riuscivamo nemmeno a far pervenire il materiale ai magistrati, materiale che risultava continuamente smarrito o mancante in varie parti. A tal proposito ricordiamo, come già il 4 Luglio 2005 la Procura Militare di Roma di via delle Milizie, inoltrava del materiale sottratto o smarrito alla Procura ordinaria di Roma di Piazzale Clodio, tramite lettera assicurata.
La decisione di informare la Marina Militare è scaturita dalla natura del fenomeno, che avevamo accennato a grandi linee, in alcune di quelle carte scomparse. Ritenevamo che le amicizie di alcuni nostri parenti all’interno dell’Arma Aeronautica potevano aver influito sulle indagini. Ricordiamo inoltre come l’ambiente veneto sia legato storicamente ad associazioni paramilitari e collegamenti tra civili e militari, fenomeni evidenziati nelle indagini del Giudice Tamburino, Salvini, etc . Situazione e ambiente che abbiamo ripreso e descritto nei video-documentari dell’”Unico” (http://digilander.libero.it/autodifesa).
Riteniamo importante rendere ora noto alla Procura e a tali enti quanto suddetto. In particolare informiamo la Procura che non sono stati inoltrati alla Marina Militare particolari video o materiale non già in possesso della giustizia ordinaria.
Ora nell’ultimo paragrafo della lettera inviata, rendevamo noto che i militari non avevano materiale particolare in loro possesso. Questa frase era per ricalcare che qualsiasi materiale diverso o in più non era stato scritto e/o prodotto da noi!
Le comunicazioni alla Marina Militare furono inviate via lettera prioritaria, via fax e via posta elettronica a seconda dei casi con il metodono ritenuto più opportuno. Non si usarono mai lettere raccomandate per evitare la tracciabilità. Gli ultimi indirizzi usati furono:
Comando Marina Militare Autonomo in Sardegna Via Osservatorio Astronomico 33, 09014 Carloforte (CA)
Direzione Commissariato Comando Marina Militare di La Spezia Via Amendola 7 -La Spezia
Non abbiamo prove per dire che qualcuno ha usato i nostri scritti a suo uso e consumo per guerre tra poteri interni, ma non è nemmeno mai stato possibile verificare con le forze dell’ordine che non sia vero, questo perché mai nessun magistrato volle parlarci nonostante le nostre insistenze.
Questo per noi fu quello che insistemmo sempre definire “lesione del diritto fondamentale della difesa”: se tu magistrato non mi permetti di mostrarti prove o di parlare con te vuol dire che non mi consenti di discutere il caso e permetti di ricevere informazioni solo attraverso polizia e carabinieri senza preoccuparti che tali fonti possano essere avvelenate! E comunque in ogni caso mi impedisci di presentare e/o parlare direttamente. Questo fu anche il senso di esporre situazioni pubblicamente attraverso il sito web di “autodifesa – self defense”. In sostanza tutte le nostre carte furono archiviate o fatte sparire senza mai chiederci nulla e senza mai la nostra presenza.
Questa penultima lettera alla Marina Militare fu indirizzata anche alla Procura di Firenze, dove titolare del procedimento scaturito dal nostro esposto del 7 marzo 2007 era il dottor Procuratore Rosario Minna. Minna aveva due fascicoli, oltre a quello di marzo 2007, aveva anche un altro aperto dal nostro esposto sul bullismo che avevamo subito a Terni in casa di accoglienza soprattutto dai numerosi stranieri messi in casa dalla Questura che erano più che altro agli arresti domiciliari in via Trevi a Terni.
Ricordiamo che il dottor Minna fu poi eletto procuratore capo a Ferrara ma espulso poco dopo dal CSM per comportamenti non idonei con i suoi colleghi. E’ poi morto. Le notizie sul dottor Minna si possono trovare facilmente attraverso Google Search, sia quelle relative alla sua vicenda a Ferrara, sia quelle della sua morte.
Lettere alla Marina ne furono inviate molte. Alcune sia a La Spezia sia a Carloforte. Altre invece solo a uno dei due posti. In alcune di queste vi era incluso un CDROM con documenti in formato digitale. L’elenco degli invii principali è questo:
20060530T_MarinaMilitare_[Marina30mag_paper]_webspray.pdf 20060905T_MarinaMilitare5settembre2006_spray.pd 20061013T_MarinaMilitare_[Replay13Ottobre]_spray.pdf §20061125T_MMreplay25nov06_v5_spray.pdf 20071106T_MarinaMilitare_6Nov2007_spray.pdf 20080211T_MM_11 Febbraio 2008_marina_v3_invioeff_SPRAY.pdf 20080525T_MM25maggio2007_spray.pdf 20080903T_MM_Fax_pgg05_3set08_spray.pdf 20090719T_mm13_sent_spray.pdf
Questi documenti li potete trovare qui: https://app.box.com/s/7qn4t5qsc6tl3n1g472m5s4ee4nig74b
L’ultima lettera fu spedita da Montebonello, dove abitava Sergio Denti: perché Denti aveva sempre le porte aperte in Marina, come ci raccontò lui direttamente, e pensammo che una lettera proveniente dal suo paese potesse passare più facilmente.
Su Sergio Denti: https://firenze.repubblica.it/cronaca/2018/02/11/news/e_morto_denti_protagonista_dell_ultima_azione_della_x_mas-188595645/
Se invece volete sapere come abbiamo conosciuto Denti, cercate nelle mie pagine Facebook.
[1] Sottrazione di Esposti e denunce avvenuta nel periodo Novembre 2004-Novembre 2005
Grazie, Matteo,
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