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  • Immagine del redattoreMatthew Pasini

Quello che successe a me e Giovanna grida ancora vendetta

Aggiornamento: 12 apr 2020


Nati fra fine anni sessanta e inizio anni settanta in terra veneta, abbiamo studiato a Padova. Da metà anni 90,   abbiamo e lavoriamo in una software house. Verso la fine del 2000 si respirano brutte arie in paese e cambiamo provincia . Il cambio della sede e della residenza  ci concedono solo qualche anno di tregua, ma verso il 2004 ricominciano   fatti contro il nostro patrimonio e contro le nostre persone che ci costringono questa volta, per difenderci! A chiedere aiuto alle autorità. Tra fine 2004 e primi mesi 2005 nascono vari esposti inviati alla Procura di Roma.  A Roma emerge fin da marzo che molte delle carte da noi spedite non sono addirittura pervenute.  Siamo impreparati e sotto shock per quanto successo. Tornare indietro non si può e segue dunque ri-deposito delle carte e  una denuncia contro la Procura di Roma per la sottrazione e/o smarrimento di tali esposti depositando anche le ricevute timbrate da tale Procura[n]!  Roma non  fa nulla e non indaga su quanto accaduto al suo interno. Interviene la Procura di Napoli con una denuncia contro alcune persone della Procura di Roma. Aperto il procedimento penale viene trasferito per competenza a Perugia. A Perugia il magistrato non risolve nulla. A questo punto interviene la Procura di Firenze con il PM Rosario Minna che chiede informazioni sul procedimento. Ma Minna poco dopo viene trasferito alla corte di Ferrara e poco dopo preso dentro uno scandalo viene estromesso dall'ordine dei magistrati e muore. Nel frattempo noi siamo costretti letteralmente a scappare dal Veneto, ma in ogni posto dove tentiamo di rifarci una vita sorgono problemi, segno che quel potere che avevamo denunciato è forte e ci vuole morti. Quel potere ci fa perdere il lavoro ad Assisi nel 2006 come a Terni nel 2007 e a Pescara nel 2009 e così via...

In condizioni economiche disastrose siamo costretti a chiedere aiuto ai preti e alle associazioni che si occupano di queste cose... Ma ogni volta che ci rivolgiamo a tali enti caritativi per noi troviamo sempre e solo predisposta la strada del tornare in Veneto. Questa situazione viene evidenziata poi in esposto/denuncia contro il direttore della Caritas di Assisi...

La dinamica di quanto succede poi è in fotocopia e sembra quella di un doppio legame in psichiatria: ti faccio perdere il lavoro, ti metto in condizioni di non trovarne e/o farne altri, e ti accuso che non hai voglia di lavorare. Come conseguenza una vita ai margini. A richiesta di delucidazioni, viene spiegato a chi le chiede, che si è persone soggette a un certo disordine morale, incapaci di vivere socialmente e felici di vivere da zingari. Viene inoltre spiegato che abbiamo dei parenti in Veneto che sarebbero ben contenti di aiutarci. A richiesta di aiuto viene consigliato a chiunque venga in contatto con noi, dalla Caritas alle forze dell'ordine, di rimandarci in Veneto.

Carta igienica nei piedi perché le scarpe e calzetti erano bagnati. Vivere senza casa fu molto duro

Negli anni risultano coinvolte molte persone, chi in buona fede e chi no. Di sostanza quel potere, attraverso conoscenze o soldi o amicizie, comincia con attivare un apparato di diffamazioni per  far nascere  un nucleo di persone ostili... E' successo ad esempio nel 2010, quando qualcuno cominciò a dire che eravamo dei criminali e fece in modo che tali diffamazioni passassero di bocca in bocca fino ad arrivare alle forze dell'ordine. Le forze dell'ordine poi intervennero, facendoci uno sfratto illegale e presentandoci con un foglio di via. Elencarono sul foglio che eravamo delinquenti ma senza specificare quali reati avessimo compiuto e nemmeno indicazioni circostanziate dei presunti reati. Non fummo avvertiti per il foglio di Via e non ci fu data la possibilità di difenderci e/o replicare o un confronto con le fantomatiche persone che ci avevano dipinto in tale maniera. Tutte ipotesi le loro che non trovarono mai atti concreti e reali. L'avvocato replicava che era evidente che la polizia aveva agito in quella maniera per sfrattarci senza ricorrere ai costosi procedimenti di legge previsti per lo sfratto. In tale maniera avevano ottenuto tutto senza spendere un soldo... Dopo questo foglio di Via, dal 2010 al 2014 viviamo addirittura senza un tetto e senza l'aiuto degli enti caritativi, ma con il solo aiuto di alcuni privati. Non è possibile fare nulla per sistemare la cosa, perché nell'operazione infame sono coinvolti il parroco, il sindaco, la polizia di stato e i carabinieri. Qui si raccontano di essere tutta brava gente generosa e se qualcosa va storto ovviamente è colpa degli altri. Così chi fa il male poi fa altro male per nascondere il male precedente... Se qualcuno chiederà a questa gente perché non siamo stati aiutati, risponderanno:  "non hanno voluto essere aiutati".

Dal 2012 spieghiamo quanto accadutoci con il termine "Mobbing Sociale" o Organised Stalking e/o Gang Stalking. In questo fenomeno sono coinvolti vari personaggi ed autorità. Chi fa partire queste azioni è però un potere ben preciso che molte volte è esterno al luogo ove si è manifestato il fenomeno...

Dal 2014 al 2017 io Matteo torno a vivere in una casa e in una famiglia pugliese, e dal 2016 anche Giovanna. Ma anche qui questi poteri agiscono nel non permettere di rifarsi una vita in varie maniere e con diversi espedienti. Nel 2014 mi rubano i documenti (passaporto, carta identità... ) e non posso rifarmeli perché non ho più nessuna residenza. E non posso mettere residenza perché dove abito è una casa del comune data solo alla famiglia che mi ospita, ma io non posso mettere residenza perché il contratto lo vieta. Senza documenti e residenza niente medico e tessera sanitaria e mancato accesso ad aiuti, contribuiti e soprattutto niente lavoro!  Si cerca la via di fare la residenza nella casa del prete, come era già stato fatto per altri, ma quella dell'anagrafe dice "stop basta residenze nella casa del prete".E alla fine anche la famiglia si stanca e scoppia nel 2017. Contattano i parenti di Matteo e Giovanna e  sono rimandanti di nuovo in strada...

Sullo sfondo di tutta questa storia tanto dolore e una situazione mai presa in carico dalle forze di Polizia che non hanno mai voluto mettere un freno a quel potere veneto, anzi in alcuni casi sporcatesi pure con la loro inazione o con il prestarsi a atti vili.

Finisce nel novembre 2017, con i servizi sociali che non concedono  la residenza nemmeno al solo fine di rifarmi i documenti. Finisce con il personale dell'anagrafe, con i vigili urbani, con  i carabinieri.... tutti a guardare adesso cosa potrà succedere...

Cosa farà l'uomo adesso rimesso in strada senza documenti e senza soldi? E proprio in quel frangente qualcuno si preoccupa di avvisare i parenti che cominciano a tempestarci di messaggi e telefonate. Pronti a riportarci in Veneto...

La particolarità è che nella storia vi sono pure incluse molte persone che sono state convinte in buona fede di stare a fare la cosa giusta. Ma è proprio questa la forza di quel potere: coinvolgere persone anche in buona fede ed agire in background in maniera invisibile.


continua qui: http://supper.altervista.org/racconto.htm


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